Vasche, serbatoi o riserve idriche, e ancora impianti di pressurizzazione, elettropompe o motopompe, locali tecnici e altro ancora. Diverse definizioni, un'unica sostanza, e soprattutto un solo obiettivo: quello di dare man forte e mettere a disposizione una sorgente di acqua per contribuire allo spegnimento di un incendio. Descriviamo quindi le componenti fondamentali nella scelta, da parte di un progettista, di un gruppo antincendio dedicato alla lotta contro il fuoco, le cui caratteristiche vengono definite e disciplinate dalla normativa UNI EN 12845.
Necessaria e doverosa premessa è che questa tipologia di apparati è composta generalmente da tre elementi, ossia una riserva (vasca o serbatoio) idrica, con il compito di garantire l'approvvigionamento di acqua all'impianto di pressurizzazione e un locale in cui esso viene installato, denominato "locale tecnico".
La riserva idrica, ossia il serbatoio dell'acqua disponibile per l'impianto, può essere messa a punto secondo progetti differenti come una struttura unica ("monoblocco"), oppure essere modulare, ossia composta da più serbatoi tra loro collegati da apposite tubazioni.
L'impianto di pressurizzazione antincendio, o gruppo di pompaggio antincendio, è composto invece dalle pompe idrauliche che vengono azionate in caso di necessità, con la funzione di alimentare l'impianto utilizzando l'acqua contenuta negli appositi serbatoi. Le pompe stesse presentano variazioni nelle loro caratteristiche, prima fra tutte quella relativa al modo in cui ricavano potenza per il loro funzionamento.
Un'elettropompa è infatti, nomen omen, una pompa che utilizza energia elettrica, mentre si definisce motopompa una pompa alimentata da motore diesel.
Ma non si tratta dell'unica distinzione possibile! Esistono infatti le pompe principali, elemento di vitale importanza, che consentono il pompaggio e l'invio dell'acqua all'impianto. Affinché la pressione sia sempre costante e non subisca oscillazioni, ecco che le pompe di compensazione, definite anche "pilota" o "Jockey", intervengono per scongiurare possibili attivazioni non volute delle pompe principali, attivandosi a sua volta in presenza di cali di pressione e arrestandosi una volta ripristinata la stessa. Ricordiamo inoltre che la loro presenza è utilissima e consigliabile, ma comunque non imprescindibile né obbligatoria, sulla base di quanto esplicitato nella normativa di riferimento.
Le pompe principali possono inoltre essere suddivise in ulteriori due categorie:
Per quanto riguarda l'alimentazione ci imbattiamo invece in quattro macrocategorie. Ed ecco che troviamo un'alimentazione di tipo singolo, quando il rifornimento idrico proviene da un collegamento a un acquedotto, o a un serbatoio d'accumulo (soluzione frequente nelle attività a basso medio rischio quali uffici, scuole, ristoranti e hotel), oppure a gravità o ancora a una sorgente inesauribile dotata di almeno una pompa.
Riscontriamo poi un'alimentazione superiore di tipo singolo, possibile grazie alla presenza di condizioni più affidabili, chiamate a soddisfare requisiti particolari. Tra queste casistiche ricordiamo il collegamento a un tronco di acquedotto alimentato ad entrambe le estremità, o a un serbatoio a gravità privo di pompa di surpressione, oppure a un serbatoio di accumulo o ancora a una sorgente inesauribile dotata di almeno due pompe.
A completare il quadro troviamo infine l'alimentazione di tipo doppio, composta quindi da due alimentazioni singole indipendenti, con la limitazione che, per le attività a rischio medio, è consentito l'impiego di un solo serbatoio a pressione, così come, in generale, di un solo serbatoio a capienza ridotta; e un'alimentazione combinata, quando, come suggerisce la terminologia, alimentazioni superiori di tipo singolo e alimentazioni doppie cooperano al contempo per dedicarsi a più di un sistema antincendio.
In quest'ultimo caso è fondamentale che la portata massima d'acqua garantita dall'alimentazione sia pari alla somma di tutte le portate massime delle singole alimentazioni che la compongono.
In ultimo, il locale tecnico in cui le pompe vengono collocate deve presentare caratteristiche ben precise per un funzionamento in tutta sicurezza e affidabilità. Per esempio, è necessario che non sia adibito ad altre funzioni se non esclusivamente a quella antincendio. Deve disporre di un ingresso diretto con accesso agevole e sicuro, limitato agli operatori e alle squadre di soccorso, e avere la possibilità di chiusura a chiave. Nel locale dovrà poi essere garantita un'aerazione ottimale grazie ad apposite griglie, e lo stesso dovrà rispettare valori ben precisi in riferimento a determinate misurazioni. Per esempio, la sua altezza interna media non sarà mai inferiore ai 2,4 metri, con un accesso garantito per due metri in altezza e almeno 0,8 in larghezza. Lungo almeno tre lati dell'unità di pompaggio sarà poi obbligatorio mantenere uno spazio libero di 0,8 metri, per favorire una corretta manutenzione.
Il locale dovrà inoltre presentare determinate caratteristiche, come ad esempio una resistenza minima R/EI/REI 60 (se esso è adiacente o interno all'edificio), o R60 (se di tipo isolato), secondo le caratteristiche che abbiamo già descritto qui , e dotato di un impianto antincendio sprinkler (nei casi previsti dalle norme di riferimento), così come di almeno un estintore a polvere o anche un estintore ad anidride carbonica (CO2), a seconda della potenza elettrica installata.
In riferimento all'aerazione menzionata in precedenza... attenzione alla temperatura interna! Nel locale non dovrà infatti mai essere minore di 4°C, nel caso di presenza di sole elettropompe, o minore di 10°C se in presenza di una motopompa. A livello generale, inoltre, essa non deve mai essere superiore ai 40°C, con un tasso di umidità che non deve oltrepassare l'80%.
Un quadro sinottico di segnalazione remota degli allarmi, a batteria tampone, dev'essere installato nel locale pompe e in un locale permanentemente presidiato da personale autorizzato, per controllare e mostrare in forma individuale eventuali anomalie di funzionamento del gruppo antincendio e nel nome della più totale sicurezza, gestire tempestivamente qualsiasi tipo di emergenza. In questo, il nostro JGuardian*, di cui tratteremo a fondo in un articolo dedicato, rappresenta la soluzione perfetta, grazie alla sua facilità di installazione, alla sua versatilità di applicazione e alle qualità predittive di cui dispone, che lo rendono in grado non soltanto di segnalare meramente un'anomalia, ma di elaborare e inviare intelligentemente informazioni specifiche di reale interesse, approfondendone tutti gli aspetti grazie a report diagnostici personalizzati, anche sulla base di criteri prestabiliti.
Un gruppo antincendio può essere installato in due condizioni distinte, denominate: sottobattente quando almeno i 2/3 del serbatoio idrico si trovano al di sopra del livello di asse della pompa, e soprabattente (in tutti gli altri casi).
A seconda di come vengono collocati serbatoio e locale tecnico, si distinguono alcune tipologie di impianti, quali:
- interrato, con serbatoio e locale posti sotto il livello del terreno
- fuori terra, con serbatoio e locale situati fuori terra
- con pompe verticali, serbatoio interrato ma locale posto sopra la superficie
- con pompe sommerse, come la casistica precedente ma con un azionamento possibile soltanto tramite elettropompe
Per contro, quando non è possibile un'installazione sottobattente, ecco che la norma prevede un'alimentazione soprabattente, che presenta caratteristiche del tutto contrapposte. La riserva idrica è posizionata generalmente in toto al di sotto dell'asse della pompa. La distanza massima possibile tra l'asse delle pompe e il punto più basso delle tubature non può eccedere i 3,2 metri, con queste ultime che dovranno disporre di una valvola apposita con filtro. Negli impianti soprabattente il serbatoio idrico è interrato, ma l'impianto di pompaggio e il locale tecnico sono fuori terra. Tante caratteristiche, specifiche e particolarità quindi, tutte però destinate, nelle loro singole caratteristiche, ad adeguarsi al meglio alle esigenze di installazione di una determinata realtà, sempre con l'obiettivo finale di garantire una risposta pronta, immediata ed efficace, all'emergenza incendi.
*J-Guardian è un marchio registrato di proprietà GEI
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