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Il Pompiere paura non ne ha!

"Il Pompiere paura non ne ha!" Chissà quante volte ci è capitato di ascoltare questa frase, magari gridata a gran voce, come un vero e proprio slogan. Spesso avviene anche nelle curve degli stadi, quando perfino le frange più calde del tifo calcistico si lasciano andare all'unisono a questo canto, magari un po' in senso goliardico e scherzoso, certo, ma sempre con rispetto per chi opera ogni giorno per proteggere e tutelare tutti noi.

E' il ritornello della cosiddetta "canzone del pompiere", adottata come inno ufficiale dai Vigili del Fuoco italiani, con parole e musica originali provenienti dal celebre Battaglione 2 Giugno. Di recente questo brano è divenuto ancor più famoso grazie addirittura a versioni dance, che lo rendono un vero e proprio inno anche sulle piste da ballo.


Il pompiere, una figura che infonde sicurezza, affidabilità, empatia. Si distingue per eroismo, professionalità, coraggio e determinazione, divenendo nell'immaginario collettivo una figura di grande positività, un modello da prendere a esempio.

Il 06 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dei Vigili del Fuoco e noi di GEI vogliamo ripercorrere la storia di questo corpo qui di seguito, sulle orme di una delle figure che, forse più di ogni altra, infonde sicurezza e protezione contro il fuoco, elemento naturale in grado di incutere timore e seminare distruzione fin dalla notte dei tempi.


La storia nel corso dei secoli


La lotta al fuoco ha accompagnato di pari passo l'uomo nel corso della sua evoluzione, rendendosi necessaria in tutte le realtà, fin dai primi insediamenti preistorici. Naturalmente, una vera e propria gestione organizzata degli episodi di incendio, doloso o involontario, o ancora da comuni roghi da ascrivere a cause naturali, si ebbe molto più avanti nel corso della storia. 

Una primissima apparizione di un iniziale corpo antincendio organizzato (o quasi) non si attesta nelle polis greche, ma sorse invece ad Alessandria d'Egitto. Come sovente accade, furono poi gli antichi Romani i primi a escogitare un sistema coordinato di sorveglianza e tutela dagli incendi, molto frequenti nella Città Eterna per il fatto che l'illuminazione era garantita prevalentemente da torce e fiaccole e inoltre, essendo le abitazioni soprattutto nei quartieri più poveri costruite in legno, casi di roghi distruttivi, anche di imponenti dimensioni, erano tutt'altro che sporadici.


Nelle zone di campagna alcune corporazioni di lavoratori, chiamate collegia, cooperavano per far fronte alle minacce di incendio. Ottaviano Augusto, imperatore dal 27 a.C.. al 14 d.C. istituì poi durante la sua lunga reggenza i cosiddetti Vigiles. Un corpo speciale di 7.000 uomini attivi a Roma, di stanza in una statio, ossia una caserma dedicata, una per ciascuna delle 14 differenti aree della città, attivi soprattutto di notte per scongiurare il pericolo di incendi ed eventualmente fronteggiarli con gli equipaggiamenti dell'epoca.

Anche per tutto il Medioevo si susseguirono organizzazioni simili, anche se sempre meno a carattere governativo. Si trattava piuttosto di gruppi privati che, tra le svariate mansioni, avevano anche quelle di sorveglianza e collaborazione in caso di scoppio di incendi. 

In Francia, nel XIII secolo, Luigi IX riconobbe a livello di legge i guet, cioè associazioni borghesi concepite per garantire la sicurezza pubblica generale, tra cui la lotta ai piromani e alle conseguenze delle loro azioni.


E' importante, giungendo alla fine del Seicento, citare l'opera dell'imprenditore francese Francois Dumouriez du Pérrier che organizzò, con gli stessi operai a suo libro paga, un primo esempio di corpo coordinato di intervento in caso di incendio. Correva l'anno 1699 e il suo progetto divenne realtà consolidata circa un secolo più tardi con l'istituzione del Corpo dei Sapeurs-Pompiers, sempre più perfezionato nel corso del tempo e ancora oggi centro nevralgico dell’organizzazione antincendio di tutto il paese transalpino.

Nella nostra penisola, prima dell'unità del 1861, regnava sostanzialmente una grande confusione in materia di interventi antincendio, con la presenza di sole sporadiche associazioni locali, costituite principalmente da volontari.


Fu il sovrano Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore del ben più noto Napoleone, re di Napoli dal 1806 al 1808, a riconoscere il primo corpo ufficiale adibito a questa specifica mansione, seguito a stretto giro nel 1810 dal Corpo dei Pompieri di Roma. 

Tuttavia, solo nel 1935, con il decreto regio n° 2472, venne ufficialmente istituito il Corpo dei Pompieri, grazie all'attività di Alberto Giombini, eroico reduce della Prima Guerra Mondiale e scelto dal Ministero dell'Interno per questa apposita attività. Il Corpo, che prese l'attuale denominazione di Corpo Nazionale dei Vigili Del Fuoco solo nel 1941, venne poi ramificato anche in distaccamenti a livello comunale, venendo però riconosciuto parte del servizio nazionale della protezione civile solo nel 1992. 


Come diventare vigili del fuoco?


"Flammas Domamus, Donamus Corda" ossia "Domiamo le fiamme, doniamo i cuori".

Quale frase migliore del motto dei Vigili del Fuoco (in abbreviato VVF) per definire lo spirito di chi indossa questa divisa a protezione della comunità?

Come abbiamo indicato in precedenza vien da sé collegare la figura dei Vigili del Fuoco direttamente alla gestione e allo spegnimento degli incendi. 


In realtà però, questa non è altro che la mansione più diretta e legata all'immaginario collettivo che accompagna questa figura, che svolge invece anche altre numerose e importanti attività, come quelle di ricerca e soccorso oltre a quella di formazione di persone comuni in materia, per esempio per la mansione di addetto antincendio nelle aziende. 

Pensiamo alle operazioni di coordinamento e assistenza in caso di alluvioni, oppure all'aiuto fondamentale in caso di terremoti e catastrofi naturali. Da non tralasciare che, tra i compiti istituzionali, è prevista anche la collaborazione con le forze di polizia e l'impegno a proteggere e tutelare lo stato italiano anche in casi di aggressione militare. 

Sul territorio italiano il corpo dei VVF è diviso e coordinato a livello regionale dalle Direzioni, a livello provinciale dai Comandi Provinciali e a livello locale dai relativi Distaccamenti, le cosiddette caserme.   

Esistono poi reparti e nuclei speciali, per attività particolari che richiedono l'impiego di personale altamente qualificato.


Ma come si diventa pompiere? In tantissimi casi a far da sfondo è una vera e propria vocazione, che spinge a intraprendere questa carriera al servizio della sicurezza di persone, animali e cose.

Per reclutarsi è necessario superare un concorso pubblico bandito dal Ministero dell'Interno, con alcuni requisiti da tenere presente, quali la maggiore età (per reclutarsi è necessario avere almeno 18 anni, ma non superare i 30 anni per il personale qualificato, i 37 per quello volontario), la cittadinanza italiana, aver conseguito almeno il diploma di licenza media inferiore, non essersi macchiati di reati ed essere in uno stato di buona salute. 

Il concorso si compone di una prova scritta di cultura generale da sostenersi nella capitale e, qualora questa vada a buon fine, in un successivo, probante, test fisico.

Se anche la seconda parte è superata incomincia il vero e proprio addestramento pratico.


A seconda di tipologia, anni di servizio ed esperienza, i VVF si classificano prima di tutto tra personale permanente, che diventa vigile del fuoco sostenendo il concorso statale che abbiamo descritto, e il personale volontario, quindi non subordinato a un impiego e in attività unicamente in caso di necessità, per un massimo di 160 giorni l'anno.


Così come i gradi militari presenti nei corpi di polizia, anche il corpo dei VVF ne prevede per i suoi iscritti (ricordiamo che tutto il personale, permanente e volontario, dei VVF, riveste di legge la carica di Agente di Polizia Giudiziaria, limitatamente all'esercizio delle sue funzioni), anche per i VVF abbiamo un livello dirigenziale (dirigente generale, superiore e capo), direttore, sostituto direttore antincendio (o ispettore antincendi) capo reparto e capo squadra.

Parlando di vigile del fuoco in senso stretto, abbiamo invece:

* Vigile del fuoco coordinatore 

* Vigile del fuoco esperto

* Vigile del fuoco qualificato

* Vigile del fuoco semplice


Anche se "Santa Barbara in fondo al nostro cuore" come si conclude l'ultima strofa dell'inno, l'hanno prevalentemente i pompieri del nostro paese, in quanto santa protettrice del Corpo nel panorama nostrano, crediamo che questo brano così accattivante e carico di passione, entusiasmo e vitalità, possa descrivere alla perfezione a livello mondiale questa figura, da sempre sinonimo di sicurezza che per noi di GEI rappresenta, ormai ci conoscete bene, sempre la massima priorità.



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