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Antincendio: che bravi questi (antichi) romani!

Nel mondo romano antico, in particolare a Roma e dintorni ma anche in tutta la penisola italica, la prevenzione degli incendi fu uno dei fattori portanti delle realizzazioni d'architettura e d'ingegneria. 

Fonti letterarie attendibili - prima fra tutte la raccolta di Historiae di Tacito, ci portano testimonianza non solo di numerosi incendi che nel periodo si verificarono (tra tutti ricordiamo il famoso incendio del 64 d.C. sotto il regno di Nerone e quello del 14 d.C quando le fiamme distrussero due importanti basiliche del tempo) ma, anche, del fatto che proprio uno dei grandi temi del diritto romano antico era quello della prevenzione incendi, in particolare quelli di natura dolosa. Gli antichi Romani erano maestri, sia nella prevenzione che nelle soluzioni per contrastare gli incendi: sono occorsi secoli perché si riuscisse ad eguagliarne la capacità tecnica ed organizzativa sul campo.

Maestri nella prevenzione e nella tecnica

La prevenzione era, intanto, una questione che coinvolgeva tutti, dal semplice cittadino alle più alte cariche politiche fino ad arrivare all'imperatore. I cittadini dovevano verificare che all'interno delle loro abitazioni fosse sempre presente una riserva d'acqua da impiegare in eventuali azioni di spegnimento; si trattava di una riserva di acqua piovana, come ci testimoniano numerose domus rinvenute e risalenti addirittura al VI secolo a.C.  Un ulteriore, ingegnoso stratagemma proteggeva le case dei cittadini da eventuali incendi: il raddoppio dei muri perimetrali nel caso di adiacenza tra unità abitative diverse. Un espediente volto ad evitare il propagarsi delle fiamme da un'abitazione all'altra.

Per quanto riguarda le opere pubbliche, Augusto durante il suo regno aveva inaugurato la prima grande opera volta a proteggere città e cittadini dagli incendi, ovvero l'alto muro tagliafuoco in peperino e travertino al fondo del tempio di Marte (inaugurato nel 2 a.C.) nel nuovo foro dedicato all'imperatore stesso. 

Per quanto riguarda l'edilizia pubblica, si iniziò a rinforzare gli edifici nuovi - sia civili che religiosi - non più con travi lignee, ma con la pietra di Gabi o di Albano resistente al fuoco. Le strade divennero più ampie, gli isolati allineati, gli edifici di altezza limitata e con cortili nell'interno e portici affacciati sulle strade: tutti espedienti finalizzati a non assecondare la propagazione delle fiamme e a creare utili vie di fuga.

Al di là di alcune tecniche, sicuramente rudimentali, ciò che colpisce di più nelle testimonianze storiche a noi pervenute è la volontà di prevenzione e la lungimiranza con cui i nostri predecessori, senza badare a spese né al dispendio di energie ed impegno, si dedicavano al fine di limitare e ridurre il più possibile le situazioni di rischio, ben consapevoli che il modo migliore per combattere un incendio è, sempre, impedirne la propagazione.



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